Al momento, la situazione relativa ai principali bonus edilizi “vede” la prossima scadenza del 31 dicembre 2024 dopo la quale spariranno molte agevolazioni.
Le sentenze sono contrastanti. Alcune rigettano le domande di risarcimento, altre portano a un accoglimento parziale. Più elementi si presentano al Giudice, più è probabile ricevere un risarcimento completo.
Se i lavori migliorano energeticamente e sismicamente le parti comuni di un edificio, si può fruire della versione “congiunta” di Ecobonus e Sismabonus, ovvero del cosiddetto Ecosismabonus. Ad esso si possono cumulare i bonus relativi alle singole unità.
Davanti a dubbi particolari, interpellare con un quesito l’Agenzia delle Entrate può essere utile a prevenire contestazioni o a difendersi nei contenziosi. Ma il testo dell’interpello deve essere formulato con molta attenzione.
Una recente sentenza di Cassazione chiarisce che il proprietario che appalta i lavori a un’impresa che gli provoca dei danni, può chiedere il risarcimento anche se ha già effettuato il recesso.
I crediti maturati su lavori non conclusi al 31 dicembre possono essere oggetto di sconto in fattura o cessione al 110%, almeno per le spese certificate nel 2023.